november, 2022

26nov17:0017:00Nella caverna del cuore - Stefano Rossi

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(Saturday) 17:00 - 17:00

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Nella caverna del cuore, l’esperienza spirituale di Henri Le Saux (Swami Abhishiktananda) di Stefano Rossi

La montagna Aruṇācala, uno dei luoghi più sacri dell’India, nel corso dei secoli ha attratto irresistibilmente schiere di rinuncianti, anime contemplative che si sono ritirate nel silenzio e nell’oscurità delle sue grotte in cerca dell’Assoluto, del Brahman, al di là dell’illusione del mondo fenomenico nel quale conduciamo la nostra esistenza. Ma la caverna di granito, in sanscrito guhā, è solo un’immagine del fondo dell’anima, la parte più intima di noi stessi. Colui che si stabilisce in questo luogo, l’unico nel quale sia possibile incontrare veramente Dio, non può più fare ritorno: egli è colui che dimora (antara) nella caverna del cuore, egli è guhāntara. Anche Henri Le Saux (1910-1973), monaco benedettino bretone, fu vinto dal fascino della montagna e vi trascorse periodi di eremitaggio, come monaco cristiano in mezzo ai monaci hindū, nel corso dei quali si aprirono a lui gli abissi dell’a-dvaita, la non dualità, fondamento della mistica indiana. Nella penombra della grotta, Le Saux appuntò le sue riflessioni nelle pagine del Diario, riordinandole poi nei vari saggi che costituiscono Guhāntara, lo scritto nel quale cercò di esprimere a parole almeno un barlume di quell’esperienza che costituì il punto culminante della sua ricerca spirituale. Il censore di Parigi, che non riuscì a leggere l’opera ad un adeguato livello di profondità, pose il suo veto e il libro non fu mai pubblicato mentre l’autore era ancora in vita. Nella caverna del cuore costituisce la prima edizione integrale di Guhāntara, un testo di rara intensità e potenza, che ci guida alla comprensione di come la rivelazione indiana, dentro e oltre sé stessa, possa condurre al mistero più profondo del cristianesimo.

Henri Le Saux (Saint Briac-sur-Mer, Francia 1910 – Indore, India, 1973), monaco benedettino bretone, giunse in India nel 1948 ove fondò il Saccidānanda Āśram adottando il nome indiano di Abhiṣiktānanda e le vesti ocra, segno indiano della rinuncia. Egli esplorò le frontiere del dialogo tra cristianesimo e induismo ad una profondità ineguagliata, muovendosi sull’unico piano in cui questo è realmente possibile, cioè quello dell’esperienza interiore. Le sue opere, apprezzate sia in Occidente che in India, costituiscono un punto di riferimento per la ricerca spirituale nella sua essenza, al di là delle connotazioni religiose.

Stefano Rossi è nato a Firenze nel 1973. Di formazione scientifica, ha sempre coltivato lo studio della filosofia indiana, traducendo e curando gli scritti di Le Saux: Ricordi di Arunācala (Messaggero, Padova 2004), Gñānānanda (Servitium, Troina 2009), Nella caverna del cuore (Le Lettere 2022).

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